Lilongwe e Dowa, Malawi - Primavera 2002 #4
Domenica, 3 novembre 2002: fame e carestia
Come ormai sapete dai miiei (pochi, lo so) precedenti scritti, sono qui per un programma di lotta contro l'AIDS e le Malattie Sessualmente Trasmissibli (STDs). In compenso, il paese si è riempitoi di organizzazioni di aiuto in caso di carestia, come Concern Wordwide, Action contre la Faim, Save the Children, eccetera, oltre a ovviamente le agenzie ONU legate all'argomento, come il PAM (Programma Alimentare Mondiale - WFP) e la FAO. Infatti, alcuni mesi fa i media internazionale, BBC in testa, ma anche i giornali nostrani, hanno cominciato a parlare di una gigantesca catastrofe umanitaria che sarebbe in atto qui in Malawi. Ascoltavo tali notizie vevendo il mio sacrosanto caffè sulla BBC World service, e ho ricevuto da amici ritagli di quoidiani italiani che davano le stesse notizie allarmanti. Qui, ovviamente, l'UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo), il WFP, la FAO, l'OMS organizzavano riunioni su riunioni, le ONG spuntavano come funghi, come i nostri vicini, Concern Worldwide, prestigiosa NGO (Agenzia Non Governativa) irlandese. Una sera mi hanno invitato a una festa perchè un ministro del loro paese era in visita. E con tutto cio', eravamo continuamente assillati dalla domanda, sia informalmente alle riunioni o la sera in un bar davanti a una birra, dalla domanda: "e voi cosa fate per la fame?" Si era giunti al punto che sembrava che sprecassimo le nostre energie e i nostri mezzi a occuparci di AIDS là dove "solo" il quindici per cento della popolazione adulta è infettato, mentre avremmo fatto molto meglio a unire le nostre forze per lottare contro tale carestia di proporzioni bibliche.
All'inizio non abbiamo pensato nulla, abbiamo dato una mano per esempio prestando le nostre auto e dando ospitalità a Concern, e seguivamo con attenzione tutti i meetings delle agenzie ONU. Intanto pero' cominciavo a essere un po' perplesso. Dove sono tutti questi affamati? No di certo nel centro del paese, dove stiamo noi, senno' li avremmo visti. A sud? A nord? Eppure chi ci andava non aveva niente da raccontare al ritorno. E comunque, a Lilongwe e a Blantyre, le due grandi città, si vedrebbero affluire masse di disperati, se effetivamente nelle campagne ci fosse stata una tale carestia. Poi è non sono più state indette riunioni sulla fame, e agenzie come Concern sono venute da noi chiedendoci come possiamo collaborare riguardo all'AIDS. L'OMS non parla più di fame, ma di colera. E finalmente, dopo aver parlato con i colleghi delle altre swezioni di MSF, basati a Blantyre, cioè a sud, dove in teoria la situazione era la più drammatica, ho capito che era tutto un falso allarme. Insomma, una bufala mediatico-umanitaria fenomenale. Intendiamoci bene: la malnutrizione qui c'è, eccome, ma è un problema cronico, dovuto alla grande poverà di questo paese. Ma non è l'Etiopia nel '94! Pare che sia tutto njato dall'allarme lanciato da Save the Children a seguito della scoperta di dodici bambini estremamente denutriti in un villaggio, nel febbraio scorso. La cosa è stata ripresa e amplificata dalle agenzie ONU, e i media hanno fatto da cassa di risonanza. Apriti Cielo! A questo punto, il governo ha dichiarato lo stato di calamità, che gli ha permesso di fronte al Fondo Monetario Internazionale di bloccare il pagamento del debito.
Come pero' ho detto, qui la malnutrizione esiste, e casi isolati sono frequenti. A Chezi, a metà strada tra Lilongwe e il lago, c'è un piccolo ospedale missionario tenuto da suore spagnole. Quando le mamme ci portano i bambini per avere un supplemento nutrizionale, questo gli viene dato solo se il bambino è aumentato di peso dall'ultima volta. Se non lo è, viene rimandato a casa con la pancia vuota. Sapete perchè le suore adottano una regola apparentemente così crudele? E' semplicemente perchè hanno scoperto che spesso uno dei figli viene tenuto denutrito apposta in modo da poter chiedere più cibo... che poi viene diviso in famiglia.
Venerdì pomeriggio ho visitato un orfanotrofio. Tenuto da delle suore di Madre Teresa di Calcutta, era pieno di bambini che si sono precipitati ad abbracciarci, volevano tutti essere presi in braccio. Pare che pochi mesi prima erano ottantacinque, ma adesso ne rimangono solo più sessanta. Gli altri sono morti, un certo numero probabilmente di AIDS. A questi bambini viene dato un piatto di polenta con patate, spinaci e pochi pesciolini secchi. Inoltre hanno diritto a mezzo bicchiere di latte. Quell'orfanotrofio avrebbe bisogno di aiuti, ma le suore ci hanno detto che non vogliono fare una richiesta di fondi all'UNICEF. Dicono che il posto è conosciuto, e che se l'UNICEF vuole aiutarli non ha che da mandargli un funzionario con cibo, medicinali, giocattoli, soldi, che so. Eh figuriamoci! L'UNICEF è un altro dei vari carrozzoni ONU. Noi abbiamo un progetto orfani che ci finanziano loro: abbiamo dovuto fare una richiesta ufficiale "in triplice copia su carta da bollo" (scherzo, ma l'immagine è quella) per avere i soldi. poi dobbiamo giustificare tutte le ricevute, poi presentare ufficialmente i risultati. Figurarsi se si muovono per qualcuno che non chiede!
Più in alto ho parlato di colera. Qui ogni anno da dicembre a marzo c'è un epidemie di colera, ma quella scorsa è stata micidiale. Gli unici che hanno fatto qualcosa sono le tre sezioni MSF, I francesi e i lussemburghesi a sud e noi al centro. Il mio predecessore Spiros, l'allora capomissione di MSF-Grecia, ha pubblicamente umiliato l'Organizzazione Mondiale della Sanità a una riunione dove erano presenti il viceministro, varie NGO, varie ambasciate, altre agenzie ONU. Il rappresentante dell'OMS aveva pubblicamente dichiarato che non c'era colera nel paese. Al che Spiros si è alzato e ha detto, microfono in mano: "come sarebbe a dire non c'è colera? Ma stanno arrivando malati a centinaia, e stanno morendo come mosche!". Quello ha risposto che secondo lui non c'è colera perchè il ministero non gli ha notificato nessun caso.... Stendiamo un velo pietoso su questa pagina particolarmente buia della storia non sempre gloriosa dell'OMS. Adesso l'OMS non parla d'altro, il ministero e i vari ospedali ci convocano continuamente per chiederci pareri, e anche per sapere cosa faremo per la prossima epidemia di colera. Il problema è che noi siamo in tre.
Ieri sera ho visto per la prima volta uno sguardo di odio rivolto verso di me. adesso vi racconto di alcune mie escite serali, e vi spiego. Una sera sono andato a trovare Giorgia, una nutrizionista italiana che lavora all'OMS (ovviamente l'OMS ha assunto una specialista dell'alimentazione...), e c'era da lei Teresa, un'inglese che lavora con Save the Children UK , e è arrivata poi Susan, di Save the Children US (amiche di Giorgia con cui ero uscito l'altra settimana) con un certo Charles, inglese, con bottiglia di birra in Mano. Sono poi andati da Shacks, dove li ho raggiunti un po' più tardi. E' la prima volta che andavo, Shaks è un bar con giardino, musica, tavoli da bigliardo e campo di pallavolo. Incredibile: tutti i clienti, tranne qualche CSW (Commercial Sex Workers, termine politicamente corretto per "battona"), bianchi! Secondo Teresa e Susan, sono dei "palm trees", nome in codice per identificare i sudafricani bianchi, grezzi, arroganti, chiassosi e ubriaconi. Comunque è stata una serata simpatica, anche se ho bevuto un po' troppo. Parlando di serate, sabato scorso c'è stato un "tentativo di serata". In un posto chiamato "Sow Farm", vicino a casa, la Carlsberg Birre organizzava una festa. Giorgia e Un Etiope simpatico loro amico mi avevano detto che sarebbero andati. Vado, verso le dieci, vedo un sacco di macchine parcheggiate, buio, folla, fari abbaglianti. Mi avvicino all'ingresso, dove c'è una coda di persone (quasi tutti malawiani) pigiatissima che preme contro il cancello, e dall'altra parte gente e macchine che vorrebbero uscire ma non possono. Scene da sommossa, spintoni, insulti, bastonate, quasi il cancello crolla. Io me ne stavo prudentemente in disparte. Finalment riesco a entrare, un gran buio, una folla immane, un casino, unico posto a Lilongwe dove dopo una lunga coda ho potuto bere una birra alla spina, ma accidenti, non trovo nessuno! Sono rimasto lì da solo un'ora e poi sono andato a dormire. Ieri sera ho saputo che l'etiope c'era, mentre Giorgia, Susan e Teresa sono arrivate sul tardi e non sono riuscite a entrare. Ieri sera siamo andati tuuti insieme a questa Sow Farm, perchè pare che ci fosse musica dal vivo con un cantante famoso. Di nuovo coda e clima di sommossa all'igresso, ma meno. Lo sguardo d'odio èavvenuto quando siamo entrati tranquillamente, pagando due dollari a testa. C'è molta più invidia perchè possiamo permetterci di bere birra e ascoltare miusica. Quando andiamo nei villaggi più poveri, dove sì che c'è malnutrizione, con le nostre grosse macchine, nessuno ci guarda con odio.
Sul che ho fame, vado a riscaldarmi uno stufato di maiale con patate e cotiche, e vi auguro a tutti la buona notte.