Libia sud est 2007. Diario (5)
Campo rilievi vulcanici, Cufra, campo lungo pista per Rebiana.
21 febbraio 2007
km 276 (1699)
Un'alba dai colori spettacolari ci sorprende, quando apriamo le tende facendo scorrere le zip. Rossi, viola, arancioni gialli ed azzurri ci impediscono di metterci in marcia velocemente. E' la prima volta in tanti viaggi che vedo macchine foto in funzione prima del sorgere del sole; di solito si vorrebbe dormire di più e le foto sono l'ultimo pensiero..
Come concordato ieri sera, una volta arrivati a Cufra cercheremo il pezzo di ricambio per la Land. Se lo troveremo bene. Altrimenti partiremo in direzione di Rebiana comunque. Elvio infatti ha deciso di prendersi il rischio e di affrontare le sabbie dell'erg con le due sole ruote motrici anteriori. Fortunatamente il gruppo è unito e siamo tutti pronti a dare una mano in caso di necessità.
Una volta svaniti i colori più intensi ripartiamo verso nord. La sensazione è che Auad cerchi di passare su terreni più consistenti rispetto al percorso di andata. Forse è così, ma si tratta di deviazioni minime. Dopo un paio d'ore siamo nuovamente sulla pista battuta a saltare tra una traccia e l'altra. Quando arriviamo sul piattone molle siamo ben sgranati. Elvio è in testa che segue Auad ma non ha bisogno di aiuto: in velocità la Land galleggia bene. Qualche miraggio, ed a metà giornata siamo in vista di Cufra.
Puntiamo verso il luogo in cui abbiamo sgonfiato le gomme il giorno prima per fare l'operazione inversa ed entrare in città. Qui il gruppo si divide. Mentre Auad ed Elvio vanno alla ricerca del ricambio, noi ci dedichiamo a fare la spesa in un fornitissimo supermercato e da qui ci spostiamo al distributore dove regna un discreto casino. Ci mettiamo in coda e prima che noi si abbia riempito ogni serbatoio fino all'orlo ecco che arrivano Elvio e Auad. Senza pezzo di ricambio.
Un paio di chilometri d'asfalto ed è di nuovo pista. Inizialmente il tracciato collega dei palmeti posti in appezzamenti di terreno cintati. La pista, molto scavata e sabbiosa, fa diverse svolte a 90 gradi seguendone i margini fino a quando siamo di nuovo in terreno aperto. Per qualche chilometro vediamo dei piloni della luce che terminano in direzione di un insediamento (militare?) ad un paio di chilometri dalla pista. Poi è pista. terreno ondulato, con qualche tratto sassoso, ma nel complesso scorrevole. Il panorama non è granché. Qualche gara nera movimenta un po' il paesaggio sul quale batte una luce strana. In effetti la bellissima alba di stamattina inquietava e anche se non si vede volare nulla la colorazione del cielo non è la solita neanche stasera. Chiedo ad Auad se è sintomo di una possibile tempesta di sabbia ma lui dice di no.
Quando il sole si è abbassato al limite dell'orizzonte Marco da l'alt. Auad si sposta sulla destra della pista ed alla seconda gara trova una zona riparata dove fare campo.
Campo lungo pista per Rebiana, erg di Rebiana, Campo sotto la duna.
22 febbraio 2007
km 207 (1906)
Alba con alone scuro, basso sull'orizzonte. Mah...
In compenso quando si alza il sole la visibilità torna normale e comincio a credere che Auad abbia ragione. Ancora qualche chilometro sulla terra tra le gare. Poi entriamo in una vasta depressione, molto spettacolare, al centro della quale vi sono dei coni di roccia isolati. Corriamo su terreno sabbioso e compatto. A sinistra ed a destra delle alture rocciose chiudono la prospettiva e ci guidano verso nordovest dove una specie di sbarramento naturale chiude la depressione. Qui incontriamo l'unico mezzo di tutto il viaggio: un pick up di locali che va in direzione di Cufra. Saliti sullo sbarramento troviamo davanti a noi solo sabbia, molto chiara. E' l'inizio dell'erg di Rebiana. Sosta caffè e sgonfiaggio pneumatici. Tira vento e c'è un bel sole.
Finalmente la sabbia di Rebiana. E' uno degli erg di cui Marco mi ha parlato infinite volte e sono proprio curioso di attraversarlo. Partiamo distanziati e come sempre sto in coda. Belle dune, morbide ed abbastanza consistenti. Si viaggia veloci in un morbido saliscendi, praticamente tutto d'un fiato per una dozzina di chilometri, finché sentiamo delle urla belluine provenire dalla radio. E' Marco che alla fine di questo primo tratto di dune, su un terreno più solido ed in piano, ha trovato un cristallo strano. Ci affolliamo intorno a lui che ci mostra un cristallo con riflessi verdastri. La prima ipotesi è che si tratti di silica glass, ma sappiamo che la zona si trova a qualche centinaio di chilometri più a nordest, in territorio egiziano, dunque è difficile possa trattarsi dello stesso tipo di minerale. Fotografie, misurazione e stura alle ipotesi più ardite. Ma dato che nessuno di noi è geologo si tratta di fuffa.
Per una ventina di chilometri evitiamo i cordoni più difficili costeggiando le alture rocciose a sud su terreno sabbioso ma compatto, intervallato da qualche facile scavallamento. Poi le cose diventano più impegnative e richiedono ogni tanto qualche stop per superare gli ostacoli uno alla volta o per consentire ad Auad di trovare il passaggio successivo.
Abbiamo deciso di passare a sud dell'oasi di Rebiana per evitare il fesh fesh che la circonda e tenerci sulle dune. Per una trentina di chilometri saliamo e scendiamo tra cordoni mai uguali. Ogni passaggio, benché non difficile, va affrontato in maniera diversa. Elvio viaggia bene. Solo un incomprensione via radio in un passaggio in salita gli fa imboccare la traccia sbagliata, con conseguente insabbiamento. Ma è cosa da dieci minuti ed alcuni "belin".
Siamo a 6,5 chilometri a sud dell'oasi, su una piccola altura che affiora dalla sabbia. Qui la rotta cambia e la direzione diventa est nordest, in modo da portarci a nord degli ultimi rilievi del Tibesti. Davanti a noi una cinquantina di chilometri di dune da scavalcare perpendicolarmente. Per fortuna non sono altissime e la marcia è divertente. Quando le dune si abbassano e diventano dei morbidi saliscendi troviamo diversi paleosuoli affioranti. Qualche resto di macina e di pestello punteggia qua e la il terreno.
Superata la parte più settentrionale del Tibesti pieghiamo ad est ed entriamo di nuovo tra le dune. Per ora sono separate da larghi tratti piani ma mano a mano che avanziamo gli spazi si restringono e le dune si alzano. Sono le 17 ed è ora di fare campo in anticipo, per godersi il tramonto. Auad sceglie una bella barcana per fare campo. E poco dopo la sfregia sbucando sulla sommità con il suo 61. L'aria è ferma e tiepida, l'aperitivo è ottimo ed il pasto abbondante.