Amudat, Uganda - Primavera 2000 #2
Una trasfusione
Sono ormai a Amudat da tre settimane, e comincio ad abituarmi alla routine dell?ospedale. Che parolona, ?ospedale?, per un posto che ufficialmente è solo un ?Health Centre?. Inizio a partecipare a vari aspetti della vita del centro, e devo dire che le mie compagne dottoresse Muriel e Kobi hanno un certo fegato. Alcuni giorni fa stavo preparando dei vetrini per il microscopio, mentre oltre il tavolo i miei due colleghi facevano vari prelievi cutanei a una donna sospettata di avere la lebbra; la pizzicavano in vari posti, per trovare le parti della cute che avevano perso la sensibilità.
Ieri, domenica, mi è stato chiesto di donare il sangue per un bambino dall?aria molto malandato che avevo già visto: oltre ad averlo ricevuto in laboratorio varie volte, ero presente in reparto (uno stanzone dai muri sporchi e scrostati, con una decina di letti arrugginiti e un tetto di lamiera) quando le dottoresse hanno cercato di convincere i genitori, una madre incinta dall?aria angosciata, e un padre con sandali ricavati da un copertone, gonnellino, vecchia giacca occidentale, orecchini e collane, a nutrire sto bambino con una sonda gastrica. Be? non c?è stato niente da fare. Il padre, ubriaco secondo il mio collega Andrew che fungeva da traduttore, si rifiutava categoricamente. Pare che non sia la prima volta; sembra che la sonda sia contraria alle tradizioni Pokot. Comunque in un modo o nell?altro sono riusciti a fargli ingurgitare qualcosa, ma il bambino continuava a essere spaventosamente anemico e perciò sabato è stata decisa una trasfusione. Il padre non era compatibile, la madre era incinta, qui solo i parenti donano il sangue, e chi restava? Il sottoscritto, uno stupendo zero negativo. E quindi io ho ricevuto come istruzione di recarmi in ospedale domenica, a metà mattinata. Mi era stato detto: ?rivolgiti semplicemente all?infermiera di guardia, lì sono al corrente di tutto?; io trullo trullo mi incammino. Arrivo all?ospedale, e scopro che:
- l?infermiera non è al corrente di nulla
- comunque non sa dove sono le sacche per il sangue
- Il guardiano, inviato a cercare il laboratorista di guardia, non lo trova
- è appunto detto laboratorista che sa dove sono le sacche
- è inoltre lui che deve prelevarmi il sangue
- e soprattutto, manca il piccolo paziente che deve riceverlo.
Non mi perdo d?animo, mi avvicino a una specie di veranda utilizzata normalmente come sala riunioni, e dalla quale provengono canti e inni. Si sta svolgendo una lettura pubblica della bibbia che interrompo, spiego che sono volontario per donare del sangue, può cortesemente per favore qualcuno dirmi dov?è finito il paziente? Ovviamente non c?è una banca del sangue, quando si trova un donatore, si fa il test del gruppo sanguineo e quello dell?HIV, poi il sangue viene immediatamente trasfuso. Allora si danno tutti da fare, il guardiano riparte alla ricerca del tecnico, lo trova a messa, quello arriva, va a prendere una sacca, vengo avvertito che il paziente è lì che aspetta, vado a vedere, e mi accorgo che invece di un bambino di tre-quattro anni, ce n?è uno di dieci. Io allora mi inquieto, il bambino giusto finalmente arriva, accompagnato dai genitori. Viene spedito in reparto, mentre mi preparo. vengo disteso sul tavolo del laboratorio, con due manuali di ?pratica di laboratorio in paesi tropicali? sotto la testa a mo? di cuscino. Peter, il tecnico, si lamenta che le mie vene non si vedono, e per farle apparire mi strofina il braccio con un guanto in gomma strappandomi tutti i peli e facendomi un male cane, ma infine il mio sangue viene prelevato. Poi lo portiamo in reparto, e nonostante le sofferenze del bimbo al quale si devono prima fare iniezioni poi infilare il tubo della trasfusione, è un piacere vedere la gioia della madre. Intanto abbiamo trovato un donatore anche per il bambino più grandicello, che aveva effettivamente bisogno di sangue pure lui. Il donatore è suo fratello, che capisce l?inglese e che è molto fiero di quello che sta facendo.
Il tempo di fare una foto mamma felice - bambino addormentato - donatore imbarazzato, e ecco che un altro bambino dall?aria malatissima ha inondato di diarrea il pavimento del laboratorio, mentre Kobi corre dietro a madre e infermiera affinché al bambino venga fatto bere il più possibile, cosa assolutamente essenziale in caso di dissenteria. Questa mattina in reparto i due bambini che avevano ricevuto il sangue avevano l?aria di stare meglio, mentre a quello con la dissenteria è stata fatta un a trasfusione. Questa volta a prodursi è stata Kobi, la dottoressa olandese, adagiata sullo stesso tavolo. Speriamo che il bambino guarisca, povera madre; la settimana scorsa ha portato la sorellina ammalata di morbillo: è morta appena arrivata in ospedale, e pare che si sia anche fatta rimproverare da un?infermiera per averla accompagnata così tardi. Nel letto vicino c?è una ragazza dai grandi occhi in un volto scavato e con le braccia magrissime; è malata di AIDS. Oltre la porta, in una minuscola stanzetta fungente da ingresso, ambulatorio e sala terapie una donna tentava di allattare un bambino piccolissimo, prematuro, malato con una grave deficienza polmonare, pesava due chili a due settimane. I genitori hanno accettato che sia nutrito con una sonda, ma poche ore dopo è morto. Sarebbe stato un miracolo fosse sopravvissuto; in un ospedale dalle nostre parti sarebbe immediatamente stato sottoposto a cure intensive con respirazione forzata.
A volte, in corsia, ci sono alcuni pazienti che invece di starsene a letto sono sdraiati per terra, magari sotto i letti. non è chiarissimo perché, forse fa più fresco. Ma sembra che di notte questo tipo di posto sia molto ricercato, soprattutto dalle mamme dei piccoli degenti. Intanto la sera, nel cortile e intorno ai reparti, ci sono tutte le famiglie dei malati che accovacciati intorno a dei fuochi, preparano da mangiare per loro e per i loro parenti ricoverati. Speriamo che questi focolari non creino pericoli come è il caso in paese e nei villaggi: tutti questi bracieri per terra sono causa di frequenti incidenti, di cui sono prime vittime i bambini; e infatti i piccoli ustionati sono pazienti frequenti e comuni. Ce n?era uno oggi, avrà avuto otto anni al massimo, con due bruciature di secondo grado abbastanza estese, una sulla pancia e una su pene e testicoli. Ho chiesto a Kobi come mai avesse la pancia così gonfia, e lei mi ha detto che è una ritenzione sicuramente dovuta al male tremendo che deve avere quando fa la pipì, ma che se continua bisogna mettergli un catetere, una cosa terribile alla sua età e nelle sue condizioni.
Per il resto non ho molto da raccontare; ogni tanto facciamo delle passeggiate nei dintorni. Ci sono delle montagne in lontananza e la vegetazione della campagna è composta da un groviglio di cespugli con delle spine lunghe così; è perciò consigliabile starsene lungo strade e sentieri. Dietro Amudat passa il letto sabbioso di un fiume in secca in questa stagione; ma basta scavare un po? per trovare l?acqua. Abbiamo assistito all?arrivo di un?imponente mandria di bestiame; i pastori hanno scavato un buco, poi prelevavano l?acqua con un grosso recipiente di legno e abbeveravano le vacche due per volta. Un po? più in là degli uomini bevevano, e ancora più lontano in una terza buca dei giovani si lavavano. Un ragazzino aveva arco e frecce, gli uomini erano tutti in abito tradizionale, con bastone e poggiatesta, e il tutto con il sole che tramontava formava un quadro molto bello.
Nonostante l?isolamento totale in cui ci troviamo, riesco a mantenermi al corrente sull?attualità mondiale. Possiedo infatti un bene molto prezioso in un posto come questo: una radiolina a onde corte, con il quale mi sintonizzo sulla BBC internazionale. Siccome si riesce a sentire qualcosa solo al mattino, rompo le scatole a tutti con fischi, gracchii, stridii, al tavolo della prima colazione, tra sguardi torvi intorno alla cuccuma del caffè, il pane in cassetta umido, il barattolo di burro di noccioline. Però se offro di usare le cuffie del walkman, i miei compagni dicono di no, che interessa anche loro. E così sono al corrente dell?aeroplano afgano dirottato, degli attentati a Teheran, e pure di notizie italiane come la chiusura domenicale al traffico e la partecipazione all?America?s Cup, ma nulla su Berlusconi-Dalema-Casini, con mio gran rammarico, come potete immaginare.