Sport

26/01/2020

Boicottare Cairo

Autore: Alberico Barattieri

Ricordo il giorno in cui decisi di non andare più allo stadio. C'erano state grandi manovre sospette ed alla fine era diventato presidente Cimminelli. Quando disse di essere tifoso della squadra di Venaria mi cascarono gli attributi. Ok, c'era di mezzo il business del Delle Alpi e per realizzarlo era necessario che il Toro avesse una dirigenza "credibile" che, secondo le linee stabilite dal Comune, garantisse di acquisire il Comunale lasciando il via libera ai rigatini per la Continassa (che ricordiamo fu acquisita a meno di un euro a metro quadro, in pratica regalata). Com'è andata a finire la questione stadi lo sappiamo. Una sola società ha il suo, il Toro fu fatto fallire, restò senza stadio ed al povero Cimminelli fu portato via tutto.

Così 15 anni fa arrivò Cairo, alla fine di giorni convulsi con inseguimenti di sconosciuti pretendenti, piazza in agitazione permanente e notizie che si inseguivano di ora in ora. L'Urbano era sconosciuto ai più. Si presentò con toni da imbonitore dal palazzo del Comune e la prima domenica in casa fece un giro sotto gli spalti alla ricerca di applausi, nel più puro stile Borsano. La cosa non mi piacque e pensai, non condiviso dai più, che sarebbe stato meglio ripartire con i Lodisti dai dilettanti. 

Ed ora, dopo 15 anni di mediocrità, 17 derby persi e due sfolgoranti qualificazioni UEFA per demeriti altrui come medaglie, ci dobbiamo sorbire un Presidente che se ne vanta. Come se il Toro fosse un outsider senza storia. Già, la storia. Proprio quella che evidentemente il "nostro" non è capace di assimilare. Capisco che per un businessman abituato a ragionare in termini di bilanci lasciare un minimo di spazio ai sentimenti sia cosa difficile. Ma allora ci si compra una banca, non una squadra di calcio. Men che meno il Toro che ha una storia "pesante" alle spalle. Vero è che per comprare una banca devi metterci dei soldi mentre il Toro Cairo lo ha pagato come un box auto, cioè nulla. 

Con queste premesse, la scandalosa debacle di ieri sera, la peggior sconfitta casalinga della storia del Toro, non può che far precipitare le cose definitivamente. Ma siccome non c'è mai limite al peggio, si è cominciato con Mazzarri che invece di dimettersi come farebbe qualsiasi persona dotata di un minimo di dignità, nel post partita annuncia che porterà la squadra in ritiro e non abbandona nel momento di difficoltà. Una cosa penosa.
Ma peggio è l'Urbano che a tarda notte si scusa con i tifosi e poi sparisce nel nulla. Da bravo vanesio ama solo gli applausi e le leccate. Solo che il Toro non è il Corriere. Il Toro non si arrende alla mediocrità nella quale ha trascinato quello che fu il giornale italiano più autorevole. Perché alla fine il problema è probabilmente proprio questo: Cairo è un imprenditore bravissimo a far quadrare i conti, ma a prezzo della mediocrità. E questa non si sposa con la passione. D'altra parte se gente come Junior, Pulici e tanti altri non vogliono avere a che fare con questa società (con Cairo, visto che fa tutto lui), un motivo ci sarà, al di là del braccino corto.

Ora siamo all'anno zero. Lo stadio resterà presumibilmente semivuoto da qui in avanti e la credibilità residua di questa dirigenza è definitivamente esaurita. Se avesse un po' di dignità, Cairo dovrebbe passare la mano, velocemente e senza tirare sul prezzo, visto che tutto quello che porterà a casa sarà una plusvalenza. Anzi, se fosse una persona seria e avesse anche solo un briciolo di quello spirito granata che millanta, restituirebbe le chiavi ai lodisti, senza chiedere un euro. Ma non lo farà. Quando uno si vanta degli inesistenti risultati sportivi ottenuti in 15 anni dimostra di essere ormai fuori dalla realtà, tanto da poter pensare di essere ancora credibile e di poter vendere fuffa al popolo granata ad libitum senza pagare dazio.

Noi tifosi dovremmo cominciare seriamente a boicottare questo stato di cose. Cominciando con il disertare lo stadio, disdire Sky e Dazn, togliere La7 dal telecomando e proseguendo non comprando più Tuttosport (e men che meno la sua "rosa" o quei giornalucoli da un euro che produce). Visto che l'Urbano capisce solo se gli si parla di soldi, iniziamo a tagliare quelli che gli diamo noi, direttamente o indirettamente. Magari così capisce..


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