Sud America

19/01/2008

Argentina 2008 #3 - Una giornata istruttiva

Autore: Alberico Barattieri

San Marcos Sierras

sabato 19 gennaio 2008 

Una delle cose di cui Olaf va' fiero si trova a pochi passi dalla mia casetta al fondo del giardino, dove le intricate e spinose piante del luogo riprendono il sopravvento. In un piccolo spazio aperto tra la vegetazione ci sono le casette delle api. Non le si sente, non disturbano e stanno alla larga dalla casa. In effetti se non me le avessero indicate non le avrei notate. Essendo il miele il prodotto più famoso di San Marcos, tanto che è nota come "Capital de la Miel", il mio ospite ne ha giustamente implementato la produzione. Pare che sia uno dei migliori al mondo e che le api di San Marcos vengano studiate per comprendere il segreto della purezza del prodotto.
Ma torniamo agli alveari di Olaf. Oggi dovrebbe venire Juan, l'uomo delle api, a prelevare il prodotto. E' un operazione fatta in maniera tradizionale, con cappello velato e quello strano oggetto a metà tra un piccolo annaffiatoio ed  un incensiere che serve ad affumicare l'alveare e tenere lontane le api mentre si estraggono i "cassetti" ricolmi di miele. Durante l'operazione, che dura una decina di minuti, io ed Olaf stiamo ad una certa distanza e sull'avviso. Infatti le api sono normalmente docili, ma nel loro piccolo possono anche arrabbiarsi. E se capita bisogna essere lesti a togliersi di torno ed a rinchiudersi in casa: centinaia di api che attaccano possono fare disastri. Ma le nostre, probabilmente per la compassata perizia di Juan, stanno chete. Il miele raccolto è abbondante e dopo una serrata discussione di cui "no entiendo nada", congediamo Juan che porta al centro di raccolta il miele, non prima di esserci fatti lasciare uno dei "cassetti" che da quel momento viene installato, inclinato, su un piatto in cucina.
Colazione collettiva con caffelatte e pane e miele. Una delizia. E poi toglierlo col cucchiaino, direttamente dai favi, da una bella soddisfazione!

Più tardi ci spostiamo a casa di Angela, la madre di Fabiana che ci ha invitati a pranzo. Una persona simpatica che oltre a cucinare ottimamente dipinge, principalmente su pietra. Che abbia un lato sensibile all'estetica lo si percepisce fin dall'ingresso del giardino. Invece dei soliti alberi contorti ecco uno spiazzo con l'erba ben tagliata, aiuole ordinate e piante molto curate e fiorite. Un impatto fortissimo rispetto al circondario. Come tutte le proprietà ha diretto accesso ad un canale irriguo che alimenta una sorta di piccola piscina tra le pietre in cui con il caldo dev'essere molto piacevole stare a mollo. Ma ora piove e fa freschetto.
A tavola scopro un'altra delle cose che mi incuriosivano fin dal mio arrivo. L'acqua gassata. No, non scherzo, proprio l'acqua gassata. O meglio: la fruizione della stessa. Mi spiego. Come a casa K, anche qui l'acqua arriva in tavola in un sifone da selz. E' un oggetto in plastica trasparente spessa con una retina attorno di colore arancio. A domanda del perché usassero quel modo di servirla mi è stato risposto che quelle sono le bottiglie ricaricabili (plastica si, ma con il riciclo) con cui viene distribuita. Si restituisce una cassa di sifoni vuoti e se ne prende una con i sifoni pieni. Bel sistema. A Grillo un'acqua che si produce e consuma localmente piacerebbe molto! Ed è anche ottima!

Nel tardo pomeriggio andiamo in paese con le bimbe. Mentre Olaf gira per controllare come procedono le cose e Fabiana fa la spesa, mi perdo a filmare l'andirivieni nella piazza, dominata geometricamente dalla chiesa, l'edificio più antico di San Marcos. Il sole batte ancora e non c'è moltissima gente in giro. Qualche bambino gioca sullo scivolo, un autista cerca clienti per portare i turisti al rio Qilpo sul suo 4x4, un pullman colorato che sembra uscito da un film passa peteggiando. Ma quello che trovo interessante è il passaggio di qualche gaucho a cavallo. Montano senza sella con solo una coperta coloratissima. Niente staffe ne altro. Ed il cavallo si muove come se fosse un pezzo del suo cavaliere, una cosa sola. Come la cosa sia radicata lo noto poco dopo quando vedo due bambini di 5-6 anni che svicolano nel traffico cavalcando a pelo.

In attesa del ritorno di Olaf andiamo nel negozio della fuoristradista dove le bambine, insieme ad altre coetanee stanno giocando. In effetti l'atmosfera è molto rilassata: bambini seduti su un tappeto che giocano, i loro genitori che conversano, qualche cliente che entra e si guarda intorno.  Una tranquillità che da noi, troppo frenetici e proiettati in un ottica di cieca efficienza, ci siamo scordati da un pezzo
Prima di tornare a casa passiamo dal veterinario perché il sottoscritto ha trovato delle zecche sia a Ron che a Pololo, e non sia mai.. Ma il dottore al momento non c'è e quindi il tutto è rinviato.

All'ora di cena andiamo a prendere Angela e ci rechiamo alla "Entrada", un ristorante che, indovinate un po', si trova alla entrata del paese. Il luogo è carino ed affollato, il personale efficiente e gentile. Arriva il menu e, preoccupato, mi accingo alla seduta di decrittazione della lista. I primi sono, almeno in parte comprensibili:

Tallarines al huevo
Tallarines de espinacha
Tallarines de albahaca
Tallarines de morrones
Tallarines negros (tinta de calamar)
Gnoquis
Canelones de verdura
Canelones de choclas
Sorrentinos de jamòn y ricota
Sorrentinos de champignones
Sorrentinos de de Humita
Lasagna
Ravioles de verdura
Agnolotis de hongos
Panzottis de verdura
Tortelettis de tinta de calamar
Tortelettis de azafràn

Per il secondo invece, a parte la "milanesa" che è intuibile cosa sia, è un po' più complicato. Soprattutto c'è una sorpresa che per un piemontese non può che trasformarsi in curiosità:

Milanesa de ternera
Milanesa de ternera a la Napolitana
Suprema de pollo
Suprema de pollo a la Napolitana
Churrasco de pollo deshuesado
Bife de Lomo
Entrecot
Bife de Chorizo
Costeletas de Cerdo
Pollo a la Pimienta
Pollo al Champignon
Pollo a la Mostaza
Pollo al Roquefort
Pollo a la Bagna Cauda
Pollo con salsa de puerros
Lomo a la pimienta
Lomo al Champignon
Lomo a la Mostaza
Lomo al Roquefort
Lomo a la Bagna Cauda
Lomo con salsa de puerros

Bagna Cauda? Ho letto bene? Beh, come resistere? Infatti non resisto e poco dopo il Lomo a la Bagna Cauda è lì che attende la mia prima mossa. Potreste pensare che l'accoppiata carne - Bagna Cauda (che per i non esperti gastronomi è a base di aglio ed acciughe) possa essere un azzardo culinario. Ed invece no. Nonostante la prevenzione psicologica con cui approccio il piatto, il gusto, sulle prime un po' sconcertante, è decisamente buono ed alla fine sono soddisfatto della (temeraria) esperienza.

Torniamo verso casa che è tardi. In piazza c'è un concerto ma le bambine crollano dal sonno ed anche io non ho una grande voglia di scalmanarmi. In fondo devo digerire la Bagna..

Comincio a capire qualcosa di quel che mi circonda. Certo, mi sento un alieno, uno yankee, quasi più di quanto non mi capiti nel nord Africa. Probabilmente è perché qui la differenza è molto minore. La gente, lo stile di vita è più simile al nostro. Però, forse proprio per questo si percepisce una distanza maggiore. In Libia, ad esempio, si è estranei senza compromessi. Insomma lo si da per scontato. Qui invece le mille piccole differenze sono come un filtro colorato che si sovrappone a cose ed immagini note. Sono riuscito a spiegarmi? Mah!!
E' con questo amletico dubbio che spengo la luce e vado a dormire.


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