Africa

22/12/1991

Marocco 1991 - Diario (1)

Autore: Francesco Thellung - Alberico Barattieri

Dicembre 1991. Questa volta sul suzukino saliamo solo io e Francesco. Alessandro, rimessosi dai problemi al ginocchio, è tornato alla sua fredda passione montana e si rifiuta di tornare tra le sabbie. Peggio per lui.
La macchina è attrezzata esattamente come nel viaggio precedente con la variante che abbiamo più spazio a bordo ed anche il programma di viaggio è più facile da programmare: carte topografiche decenti e guide varie, tra cui l’immancabile Routard ci permettono di stabilire un itinerario di massima senza troppi patemi.
Il diario di viaggio è basato sugli appunti di Francesco, lasciati in corsivo nel testo.

Torino

22 dicembre 1991
Partenza ore 8.30 - Tempo: Sole

Deciso il passaggio verso la Francia dal Colle di Tenda: sarà aperto? Certo, si va!
Ci aspettano circa 2000 chilometri fino ad Algeciras.

Algeciras

23 dicembre 1991

Sera.. (sul piazzale del porto di Algeciras).
Da anni sognavo un viaggio così! Comodo, rilassante, senza patemi d'animo. Non abbiamo trovato la camera d'albergo ma va' bene lo stesso: il giaciglio lo abbiamo già sotto il culo.

Il viaggio fino ad Algeciras di solo 36 ore, è scivolato via con il vento.. come quello che nei pressi della foce dell'Ebro (Tarragona) si è sbarazzato di una decina di roulottes. In effetti, grazie alle autostrade spagnole che sono avanzate parecchio rispetto a due anni prima ed alla decisione di alternarci alla guida senza soste, battiamo ogni record. D’altra parte il suzukino ha una velocità di crociera di 110 kmh. che non è molto.

E poi ad Algeciras una calda doccia? Si, ma di marucchen e gagnu strillanti che (ainoi) dividono fraternamente la banchina di partenza per l'Africa con noi (però poco è mancato che  nella calca qualcuno invocasse quel.. vento!). Lungo la strada Paella ottima, poco traffico, una sola deviazione in Provenza (involontaria), famigliola veneta in camper molto gentile e buona musica.

Questo è il viaggio del Capitolo Uno.

Algeciras (banchina del porto) - Ceuta - Tetouan - Martil

24 dicembre 1991
Km 69. Asfalto - Tempo: Sole

Finalmente alle sette di mattina l'immenso piazzale riaccende i motori e la prima nave per l'Africa è nostra. Lunga trafila come al solito per l'entrata in Marocco. Contrariamente a due anni fa la telecamera non viene segnata sul passaporto, mentre per il Suzuki viene consegnato un modulo di colore verde da riconsegnare all'uscita dal paese (attenti a non perderlo!). Dopo due altri posti di blocco della Gendarmerie Royale verso Tetouan ed un'altro verso Martil, giungiamo al nostro solito camping (in fondo a destra, entrando in città dalla strada di Tetouan).
Martil è sempre più in espansione. Ora vanta anche un università ed il centro cittadino è in pieno sviluppo; La passeggiata lungomare si è ulteriormente allungata e possiede una piazzetta con archi; Cantieri stradali ovunque per asfaltare, fare fogne (?), illuminazione pubblica ecc.

Lungo tutta la strada dal confine a qui, vi sono lotissement, villaggi vacanze, alberghi e addirittura due porticcioli turistici nuovi di pacca.

Martil - Fez

25 dicembre 1991
Partenza ore 10.00 - Km 289. Asfalto - Tempo: Sole

Montagne e colline verdi quasi completamente coltivate, ragazzini spuntano ad ogni curva per vendere hashish lungo il tragitto (specialmente la prima metà, in quanto zona più vicina alle località di grande coltivazione della marijuana). Blocco di Polizia a Souk-El-Arba per controllo della carta verde. Arrivati a Fez, veniamo circondati da motorini cavalcati da ragazzini che si offrono di portarci ad un albergo. Cerchiamo di evitare la calca e di destreggiarci nella confusione che attornia la macchina ed alla fine ci arrendiamo ad un ragazzino che ci guida all' Hotel Mounia (Rue Asila); Lo stesso, dopo un' oretta, accompagna Francesco a visitare la Medina. 

A bordo di un taxi con sedili squarciati arriviamo alla porta meridionale dopo aver guardato velocemente le alte mura che cingono la città. Tra il lerciume, il letame di mulo per terra e classiche puzze arabe, il ragazzino mi mostra con passo affrettato il quartiere dei conciatori ed in particolare dove si colorano le pelli. A questo seguono i quartieri di filatura della lana, dei tappeti, degli orafi. Le stradine decisamente contorte, nascondono spesso incantevoli portoni e luoghi di culto che, per un motivo o per l'altro, non riesco a visitare come vorrei. La mia guida mi accompagna invano in una valanga di negozietti nella speranza che io compri qualcosa. Ciò avviene solo dopo una valanga di whisky Marocco nel quartiere berbero. Tutti soddisfatti visitiamo ancora i variopinti mercati ortofrutticoli, la vecchia moschea ed alcune porte. Con i lamentosi richiami alla preghiera del muezzin si rientra alla base.

Mangiamo in albergo una tajine di pollo discreta ma serviti a tavola in maniera ineccepibile. Il bar dell'albergo è fornito di alcolici e, nel suddetto bar, Francesco rischia di farsi accalappiare da una scorfana locale che , dopo avergli battuto una birra non islamica gli propone di prendere una camera per.. Fuga molto diplomatica di Francesco che, facendo il finto tonto le risponde che di camera ne ha già una.

Fez - Ifrane - Errachidia - Meski

26 dicembre 1991
Km 390. Asfalto - Tempo: Sole

Circa trecentosessanta kilometri con tre passi montani da superare di cui uno di 2.100m. e uno di 1907m. Niente neve se non sulle cime più alte dell'Atlante. Ifrane, merita una citazione se non altro perché lo stile alpino nell'architettura africana è raro se non unico. Avete presente un pezzettino di Svizzera trapiantato in Marocco? Ecco.
Dopo aver superato un bosco di pini molto bello la strada si arrampica su di una serie di altopiani e valli, scavate da oued e con rarissimi villaggi. Nell'ultima parte della tappa si percorre la valle dello Ziz, lungo il quale sorgono cittadine ed oasi in continuazione, fino a che, il fiume stesso, non si insinua nelle Gorges che portano il suo nome per poi sfociare nel lago artificiale che definisce il limite della parte alta del corso d'acqua.

Da Errachidia ad Erfoud e Rissani si trova la regione del Tafilalt, formata dagli agglomerati praticamente continui che percorrono tutta la lunga valle (circa 90 Km.)Errachidia: otto anni fa era l'abbozzo di una nuova città; oggi lo è diventata: moderna, in parte ben costruita e abbastanza pulita (ho visto persino uno spazzino!). Tra la gente convivono due tendenze di abbigliamento, tradizionale e occidentale (soprattutto tra i giovani). Grazie alla diga sullo Ziz ed alle sue acque cosi regimentate, la zona adiacente al fiume che dalla città in poi scorre tutto all'interno di una lunga valle è verde ed intensamente coltivata.

Meski: pur con evidenti aggiornamenti la "fonte dei pesci sacri" (con piscina) ed il relativo camping hanno ancora il fascino di una volta. Si stanno facendo ampliamenti ma l'organizzazione rimane quella di sempre: marocchina.Lo scenario è sempre comunque bello: sotto una palmeraie, in riva allo Ziz, con di fronte il vecchio Ksar che domina la vallata. Terreno sabbioso, ottimo per la tenda. Appena arrivati il gestore tenta di farsi regalare qualcosa e visto che non ottiene niente ci vende dei datteri (buoni).Mangiamo al ristorante locale a lume di candela (no, non siamo romantici, è che non esiste luce elettrica);  omelette e spiedini di pepe puro ottimi. Il gestore, un giovane locale, è affabile e, come tutti i marocchini, buon conversatore. Allo spaccio locale (per turisti) facciamo compere smodate : coperta, bracciale, orecchini e veniamo anche aprovvigionati di pile e lampadine dal negoziante.

Meski - Erfoud - Merzouga - Erg Chebbi

27 dicembre 1991
Km 130. Asfalto, pista - Tempo: Sole, vento leggero.

Tappa medio-breve attraverso il Tafilalt fino alle indefinite piste dell'Erg Chebbi.
Lasciamo il campeggio di Meski, in cui stanno attrezzando il bordo della piscina, zig-zagando tra battaglioni di  bambini  urlanti che sembra vogliano buttarsi sotto la macchina. Dopo averne uccisi tre e feriti sei, ci dirigiamo verso Erfoud su "goudron".

Lungo il percorso dello Ziz che forma la valle del Tafilalt fino ad Erfoud la vita ferve intorno agli orti ed alle palme da datteri. Infinite bancarelle di minerali e fossili: pregevoli alcune ammoniti. Arrivati ad Erfoud facciamo la spesa e quindi imbocchiamo la strada che esce dal paese in direzione S.S.E. verso l'Erg Chebbi. Asfaltata per i primi otto chilometri, si trasforma poi in pista ben segnata con linea della luce (telefono?) ben visibile che la costeggia. Bellissima la vista del "nulla" e l'avanzamento a zig-zag. Sosta per raccogliere minerali e fossili di cui il terreno è cosparso e foto con "Polli Arena Cuneo", ovvero la pubblicità del nostro munifico sponsor. 
Sempre un po' di più Soffietti ti da' (sulle fiancate della macchina troneggia una scritta pubblicitaria dell’azienda del nostro amico).
Traffico locale con biciclette sgangherate.
Geologia: al tetto rocce carbonatiche e arenarie, alla base basalti, con filoni a Pb qua e là (Galena?).

Arrivati all'Erg Chebbi, prendiamo a caso la pista che lo costeggia  verso S.S.O. Si  incontrano alcuni alberghetti ai piedi delle dune più belle fino ad arrivare al paese di Merzouga vero e proprio. Posto di blocco con catena (che non si vede!) e controllo dei passaporti. Ricorda il film di Mel Brooks Mezzogiorno e mezzo di fuoco, in cui, in mezzo al deserto, si è obbligati a passare attraverso un casello autostradale.
Attraversata la porta ci dirigiamo dritto davanti a a noi per poi piegare a destra alla ricerca di un posto un po' meno attrezzato per passare la notte. Abbandoniamo la pista affrontando l'Erg non appena questo si abbassa nella valle che lo suddivide, verso la vecchia miniera indicata sulla carta (Mtis). Nel nulla totale mettiamo la tenda dopo aver percorso una pista indecifrabile per circa dieci chilometri da Merzouga. Alberico monta la tenda, Io faccio una gita sulle dune a far foto.
Cena: Tortellini, caffé, datteri e whisky.Stellata stupenda e notte gelida: nell'acqua si sta formando il ghiaccio.

Merzouga - Rissani - Tazzarine

8 dicembre 1991
Partenza ore 10.30 - Km 231. Asfalto, pista - Tempo: Sole.

Fotografie all'alba sulla duna, colazione e sgnappe. Seguiamo a occhio cercando di mantenere una direzione N.N.O. lo snodarsi delle piste alla ricerca di Rissani. Senza grandi difficoltà e seguendo una pista attraverso una grande palmeraie abitata, giungiamo alla strada asfaltata che collega Erfoud a Rissani. Benzina ed acquisto di un bracciale al volo dal finestrino.

Poco dopo l'uscita del paese svoltiamo a sinistra nella nuova strada asfaltata che collegherà il Tafilalt e Rissani con Zagorà e la Valle del Draà. Per 135 Km la strada è scorrevole e larga dopodiché l'asfalto finisce lasciando il posto ad una lurida traccia da venti trenta chilometri orari. Attraversiamo numerosi villaggi, tutti con evidenti possibilità idriche, nonostante l'aspetto arido di tutto ciò che li circonda. Incrociamo in tutto tre auto di turisti e sei di locali. Arrivati a Tazzarine alle 16.30.

Tazzarine è una palmeraie molto bella, in una posizione che la pone come porto verso il deserto (peccato che le piste di frontiera siano chiuse da quindici anni). Muri di terra, stradine tortuose e popolazione gentile. Facciamo base al camping locale.
Il Camping Caravaning Amasttou, "Au Coeur de la Palmerie au Centre de Tazzarine", merita una citazione per due motivi: in primis, è il miglior camping che ci sia dato di conoscere in Marocco; inoltre si é rivelata la base ideale per scoprire un pezzo di paese di cui non sospettavamo l'esistenza.

Che l'atmosfera sia diversa lo si vede già dal controllo dei passaporti da parte del militare locale: sotto la tenda in stile berbero, in compagnia del padrone del camping (signore molto distinto), sorseggiando the, si chiacchiera amabilmente del più e del meno. Anche se non è segnalata su nessuna guida, Tazzarine diverrà presto - inchallah - un piccolo centro turistico, ottimo come base per le escursioni nel vasto e vario territorio che la circonda. Pranzo al ristorante del campeggio: brochettes, cuscus e mandarini del luogo, veramente ottimi. La zona infatti è, a detta dei locali, molto ricca d'acqua; anzi, negli ultimi anni risulta eccessiva con gravi conseguenze per gli abitanti dei villaggi della zona, spesso colpiti dalle piene degli oued lungo i quali sorgono.

Tazzarine - Ait Ouaazik - Abdi - Tiouririne - Iminsith - Sit-Eminuglzi - Babnelih - Usdidn - N'Kob - Ait'n'Masaud - Mlelal - Tazzarine

29 dicembre 1991
Km.178. Pista - Tempo: Sole

Sveglia alle otto, caffè e Francesco fa la doccia. Colazione con trasferimento del tavolino e servizio presso la tenda (siamo gli unici clienti, è vero, ma adesso si esagera). Alle dieci e mezzo finalmente, fatto il posto per Lahcen la nostra guida sul sedile posteriore, si parte alla ricerca di graffiti rupestri. Durante il percorso veniamo convinti all'idea di utilizzare la giornata a fare un ampio giro su e giu per valli e montagne dello Jbel Sarhro, grande massiccio dell'Anti Atlas che vanta punte di oltre duemila metri, con ritorno in serata a Tazzarine.

Lasciamo Tazzarine attraversando lo oued verso sud ovest in direzione di Ait Ouaazik, villaggio con palmeraie, nei cui pressi troviamo il primo gruppo di graffiti: Animali vari molto plastici. La pausa ci permette di divagare sui problemi della conservazione di questi reperti; Lahcen ci racconta di esser dovuto ricorrere all'autorità del Caid locale per far cessare l'asportazione quale materiale da costruzione e le incisioni dei bambini su quelle antiche pietre. Alcune persone sono finite due giorni in prigione a titolo dimostrativo e l'opera di distruzione è cessata.

Ripartiamo da questo sito proseguendo per un tratto sulla pista che lo costeggia seguendo la valle per poi piegare a destra per affrontare una pista che supera un passo. Questo tratto è molto duro (specialmente la discesa sull'altro versante). Giungiamo al secondo sito (Abdi) dove quello che è stato evitato ad Ait Ouaazik è invece accaduto. Resta poco, su un area più vasta della precedente. Dopo una visita alla duna di Tiouririne alla ricerca dell'incisione di un grande elefante (regolarmente insabbiata ed introvabile). Puntiamo ora verso il massiccio dello Jbel Sarhro; attraversiamo vari villaggi fino ad arrivare ad una valle alla cui imboccatura si trova la località di Imi'n'Site (Iminsith): cerchiamo di entrare nel oued asciutto su un abbozzo di pista sassosa tracciata nel suo letto, ma poco dopo si rivela abbandonata ed impraticabile. Siamo così costretti a salire sulla montagna lasciando sulla sinistra lo oued con relativa forra.

Pista dura, in salita. Scenario a perdita d'occhio, meraviglioso. Arrivati in alto, si domina la valle sottostante con il villaggio di Sit verso il quale, dopo aver imboccato una ripida pista tagliata nel fianco della vallata, scendiamo. A fondo valle svoltiamo a destra, seguendo lo oued . Proseguiamo ed arriviamo alla località di Eminuglzi dove, la parete di roccia a destra della pista è formata da "canne d'organo" di origine basaltica molto belle. Poco dopo, sullo sfondo di fronte a noi (direzione ovest), compaiono due torri di roccia chiamate Babnelih (le porte di Allah).

A questo punto abbandoniamo la pista che abbiamo seguito finora alla nostra destra (pista che attraverso un passo di 2.000 m. collega Boumaine Dades) per imboccare la pista che scende verso sud ovest; percorriamo una valle con numerosi piccoli villaggi l'ultimo dei quali si chiama Usdidn, quindi la pista supera la valle salendo sul fianco destro dove troviamo una miniera di pietra locale (quarzite bianca utilizzata per pavimentazioni ed altro) detta Varetine.

Comincia a calare velocemente il sole e quindi corriamo in controluce e su pista abbastanza scorrevole verso N'Kob dove facciamo benzina. Lasciandoci alle spalle il paese e uno splendido tramonto, viaggiamo verso Tazzarine su pista in direzione est sud est dove giungiamo con il buio. Non abbiamo più voglia di montare la tenda e, dopo aver diviso il nostro panetun ed un whisky maroc con i locali, ci abbandoniamo a queste note ed al sonno.

Tazzarine - Timgamine - Serdrare - Ifrite - Aourzi - Im'in'Ouassif - Tagountrte - Tizi'n'Tafilalette - Adafne - Zagora

30 dicembre 1991
Km 130. Pista - Tempo: Sole

Nuova colazione con tavolino presso la tenda. Se tutti i gestori di camping e hotel del Marocco utilizzassero la cortesia, la discrezione e la pulizia che ci viene destinata in questo luogo, i turisti sarebbero il doppio di quel che sono!

Ci dirigiamo verso sud in direzione di Timganine e poi Serdrare che Lahcen chiama "deserto blu": in effetti dove non c'è deposito di sabbia portata dal vento, il terreno si presenta cosparso di ciottoli e pietre dal colore blu-grigio; Francesco preleva campione. Poi tutti osservano l'orizzonte meridionale: una piatta totale. Ci dirigiamo verso ovest dove si vedono dune di sabbia. Sparse tra le dune troviamo delle piccole palmeraie che hanno dei sistemi di irrigazione particolari, le foggara: dalla sorgente distante dal villaggio ed in profondità fino ai campi, troviamo una canalizzazione sotterranea che a poco a poco porta alla superficie l'acqua; per scavare questo tunnel vengono praticati dei pozzi verticali per estrarre il materiale scavato ogni quindici-venti metri, ne risulta, in superficie, una serie di montagnole di terra in linea retta, a distanza regolare e lunga chilometri (Talghazite e zone limitrofe).

Altra salita e conseguente discesa in un vasto plateau chiuso tra le montagne, (Aourzì) che seguiamo verso ovest. Raggiungiamo quindi il villaggio di Im'in'Ouassif dove, presso locali, consumiamo i rituali tre bicchieri di the alla menta (qui c'è), pane bagnato nell'olio e dove acquistiamo alcuni fossili. Riprendiamo la pista in direzione del passo di Tizi'n Tafilalette, passato il quale si entra in una zona piana che prelude al Jebel Zagora.

Proprio ai piedi di questa montagna che domina la città, foriamo una gomma (un bel chiodo) e decidiamo quindi di fermarci al Camping de la Montagne dove montiamo la tenda.

Adress:
Camping Caravaning Amasttou, Tazzarine - Ouarzazate
Elouarzazi Mohamed (le Patron)
Ouhra Lahcen (la guida)


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