MSF missions

02/07/1999

Georgia, estate 1999 #3 - Banane e preservativi

Autore: Roberto La Tour

E' passato un mese dalla mia ultima missiva e, benché non ci sia poi molto da raccontare, cercherò di darvi un quadro abbastanza completo di ciò che ho potuto osservare in questo paese.
Il nostro è un progetto di salute riproduttiva, e perciò ci occupiamo da un lato di malattie sessualmente trasmissibili, e dall?altro di gravidanza e contraccezione. Il problema, apparentemente comune a tutte le ex-repubbliche sovietiche, è che l?aborto è un vero e proprio metodo di controllo delle nascite. Il basso livello di vita, settant?anni di negazione dei dogmi religiosi, cattivi ricordi di pillole e spirali in epoca comunista che avevano come principale qualità quella di far star male la donna che li usava, il radicamento di antiche tradizioni e mentalità, l?alto livello di alfabetizzazione, e il fatto che i medici delle strutture pubbliche trovano negli aborti una delle poche facili fonti di reddito, sono il micidiale cocktail che porta ad un alto numero di gravidanze ma un basso livello di natalità in questo paese.

Cercherò di spiegarmi meglio: il fatto che l?insieme della popolazione goda di un minimo di istruzione, e che certi divieti della chiesa non influenzino più di tanto le decisioni famigliari, portano a non desiderare famiglie particolarmente numerose quando è difficile tirare a campare. In compenso sembra proprio che la pillola disponibile in epoca sovietica fosse così carica di estrogeni che provocava irsutismo, cioè la poveraccia che la prendeva diventava pelosissima, oltre a rischiare problemi cardiaci. Inoltre, e qui arriviamo a un problema legato alla mentalità ?macho? dell?uomo caucasico, il preservativo proprio non piace. Astinenza? Be?, provate ad andare a propagandarla voi, magari con l?esempio? Insomma che cosa resta? L?aborto, perfettamente legale, a un costo relativamente abbordabile, però sufficientemente alto da far campare una quantità di medici, infermiere, levatrici. Ciò che viene soprattutto praticato è il ?mini-aborto?, cioè un aborto molto precoce. In pratica, molte donne, dopo pochi giorni di ritardo fanno un esame di gravidanza confermato dall?ecografia, e via per un?aspirazione. Abbiamo avuto il caso di una ragazza di ventitrè anni che aveva già subito ventitrè aborti (ma non uno all?anno da quando è nata!).

In un simile contesto MSF ha organizzato un seminario per ginecologi qui a Tbilisi. Il seminario è stato dato da Sam Hutt, medico inglese, invitato qui a Tbilisi per la circostanza e che ha abitato in casa con me per una settimana. E un tipo incredibile; lavora due giorni alla settimana in un ambulatorio di Londra a somministrare anticoncezionali; il resto del tempo fa il cantante di musica country con il nome di Hank Wangford, scrive articoli per il ?Guardian?, o libri sui cowboys dell?America Latina. La sua foto è apparsa sulla copertina della sezione viaggi del Guardian del 9 maggio: completamente nudo, con scarponi e zaino, sulla cima di una montagna dei Carpazi. Oltre a tutte le sue attività, è pure presidente della ?Nude Mountaineering Association?. Ci ha spiegato che in Inghilterra, se una donna vuole prendere la pillola e fumare spinelli al tempo stesso, lui le proibisce di mescolare Hashish al tabacco, a causa del rischio di trombosi, e le spiega che è meno pericoloso fumare Marijuana, al limite rinforzandola con un po? di Hashish.

Il seminario è andato molto bene, Sam è molto carismatico e il modo in cui spiegava ai medici locali come impostare un dialogo con una donna che desidera la contraccezione, o un intervento di emergenza in caso di rapporti non protetti, era brillante. Ha organizzato esercizi nei quali presentava ?casi?: una donna vi dice che ha dimenticato di prendere la pillola un giorno? Voi cosa fate? Oppure: una ragazza di quindici anni vi telefona da una cabina in lacrime dicendo che ha avuto un rapporto: come rispondete? In questo caso preciso abbiamo slittato sui problemi sociali. Sam ha insistito che vengano chieste informazioni sul partner, inclusa la sua età e la relazione famigliare con la ragazza. Infatti qui ci si scontra facilmente con idee preconcette: primo le ragazze arrivano vergini al matrimonio, poi se non succede comunque hanno rapporti solo col fidanzatino, e ovviamente, il cinquantenne che ne abusa per non parlare di incesto, be?, queste cose in Georgia proprio non esistono, figurarsi!

Finiti i ?casi?, completato il corso su pillola bi-ormonale, pillola mono-ormonale, iniezioni, impianti sottocutanei, spirale, pillola del giorno dopo, spirale del giorno dopo, preservativo femminile (che strano oggetto!), poco popolare perché rumoroso, spermicidi e diaframma, si arriva al preservativo maschile. I ginecologi presenti erano tutte donne, ma Sam ha insistito che siccome c?è difficoltà a persuadere molti uomini ad usare tale metodo, che almeno le donne sapessero perfettamente come va usato in caso riescano a convincere il marito. Quindi i primi a conoscerne l?uso devono essere i ginecologi! Siamo perciò passati all?esercizio delle banane. Sam ha distribuito a ognuna una banana e dei preservativi, e hanno tutte dovuto infilare il preservativo su tale frutto. Il mio si è subito rotto, non userò mai quella marca (anche se forse la forma e la consistenza di un uccello è diversa da quella di una banana con tanto di buccia). Alcune hanno fatto le cose correttamente, ma altre non anno pizzicato la punta per togliere l?aria. Sam le ha redarguite, e alla fine della lezione tutte le dottoresse erano perfettamente in grado di infilare un preservativo su una banana.

Con tutto ciò, ho anche una vita sociale; sono tornato in Armenia di week-end. Il fine settimana scorso l?ho passato a Gyumri insieme a vecchi amici e due ragazze di MSF Belgio: Hilde, infermiera psichiatrica norvegese, e Cinthia, levatrice belga. Inoltre eravamo con Anahit, la stupenda interprete che avevo quest?inverno, e Anoush, tanto amata da mia nipote Carlotta. Sabato pomeriggio siamo andati alla roccia del rito del sedere. Si tratta di un pietrone con un buco in mezzo, e bisogna passarci attraverso tre volte se si vuole che un proprio desiderio venga esaudito. Alcune donne si bloccano al livello del sedere, tutti dietro a spingere, e vista da davanti la roccia liscia con una ragazza tagliata a metà che sembra inchiodata lì come un trofeo di caccia fa uno strano effetto.

A Tbilisi, la sera andiamo spesso in dei ristorantini locali. La cucina georgiana è ricca, varia, e decisamente buona. Tra le specialità da annotare, il cachapuri, focaccina farcita di formaggio, e che si trova ovunque; è il classico snack locale. Stupendo il pollo al forno in brodo coperto d?aglio, ottime le melanzane con salsa di noci, e che dire dello spezzatino con verdure miste o del coccio al forno di pezzetti di fegato e cuore con cipolle all?aceto? La birra alla spina locale, la Kazbegi, è una poesia, e i vini sono notevoli (anche se loro hanno una strana preferenza per quelli rossi dolci). I Georgiani hanno però una strana mania quando ci si siede a tavola con del vino o alcolici più forti: è assolutamente indispensabile fare brindisi interminabili, anche se si è solo tre amici o si è in famiglia. A turni, ognuno deve alzare il bicchiere e fare uno sproloquio all?amicizia, alla patria, alle donne, alla famiglia, che so? Quando ho detto che da noi i brindisi sono rarissimi, solo a Natale o in occasione di un matrimonio, e normalmente non si fa niente o al limite si dice ?cin-cin?, si stupiscono, e mi dicono: ?ma come, in un paese di vino come l?Italia non brindate??. Morale: se uscite con dei Georgiani, a meno che la cosa vi diverta, bevete solo birra, come ho già detto ottima, che qui con la birra non si brinda, proprio non si fa, ?è il brindisi al nemico?.


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