Africa

10/11/2004

Viaggio o avventura?

Autore: Alberico Barattieri
Tratto da: Nesti Channel

Cosa intendiamo noi, oggi per avventura? Parlo di noi occidentali, noi che siamo il nord del mondo e che, in maggioranza, non abbiamo problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.

Ci sono diverse motivazioni che spingono a viaggiare in paesi lontani, con usi e costumi completamente diversi dai nostri. In fondo viaggiare è sempre stato sinonimo di espansione della conoscenza, della voglia di comprendere l'altro da noi. Già solo lo spaesamento dato dalla lingua differente ci mette nella situazione psicologica di sentirsi straniero, quasi un intruso. Ma se alla lingua aggiungiamo il clima, la religione, il tempo e lo spazio come nel Sahara ecco che l'avventura prende forma.

Intendiamoci: si tratta pur sempre di avventura nel ventunesimo secolo. Dunque con mezzi affidabili, gps, telefoni satellitari e tutte quelle cose che i primi intrepidi esploratori e gli altrettanto intrepidi primi turisti degli anni 60 neanche osavano sognare. Ma il Sahara è oggi uno dei pochi posti dove lo spaesamento è totale, dove i bisogni primari (orientarsi, mangiare, bere, dormire) prendono il sopravvento su tutte le deleterie abitudini e stress quotidiani da cui siamo, chi più chi meno, affetti. Una vera sinecura contro il "logorio della vita moderna" di carciofiana memoria.

Facendo dei viaggi di questo tipo si finisce per realizzarli più volte nel corso del tempo.

Una prima volta nella preparazione delle attrezzature (e se siete responsabile di un mezzo il lavoro è grande), anche solo quelle personali, la ricerca di tutte le informazioni riguardanti il paese (guide, mappe e ultime notizie sulla situazione del paese in cui ci si reca), documenti, vaccini, prenotazioni e mille altre piccole cose.

La seconda parte del viaggio è il viaggio vero e proprio in cui scoprirete come possono essere fallaci e/o parziali e/o superate le informazioni che avevate. Supererete tutta una serie di imprevisti (c'est l'Afrique) e diventerete maestri di improvvisazione ed infine, se Dio vorrà (inch'Allah), tornerete a casa.

Qui, terzo viaggio, sarete alle prese con i ricordi, le foto che immancabilmente avrete fatto da riordinare, il racconto da fare ai vostri amici..

Effetti collaterali: non crediate che siano balle. Il "mal d'Africa" esiste.
Se non vi sarete spaventati dell'immensità del cielo di stelle sopra di voi, con la Via Lattea così vicina da poterla quasi toccare e dei silenzi immobili di vento, se avrete cominciato a capire ed a sentire più vicini popoli tanto fieri quanto poveri e diversi da noi, se sentirete il bisogno di ripartire appena rientrati da un viaggio, se vi troverete casualmente a sfogliare carte del continente nero alla ricerca di "quel pozzo di cui ci parlava quel tuareg", ecco.. sarete "ammalati" anche voi.